Sono innumerevoli i frangenti in cui, la realizzazione di un soppalco può davvero rappresentare un’ottima occasione per ricavare dello spazio aggiuntivo da sfruttare in vario modo.
A seconda di dove pensate di installarlo e dell’uso che volete farne bisogna, però, fare le debite distinzioni. Senza contare che, anche per ciò che concerne i materiali e le tecniche costruttive, le possibilità sono innumerevoli.
Strutturalmente parlando, acciaio e legno sono di certo le soluzioni più gettonate, ma non le uniche.
Innanzitutto, è bene distinguere tra quello che viene comunemente definito “soppalco removibile” e quegli elementi, invece, che sono fissi. La realizzazione di questi ultimi, incidendo non solo sotto il profilo visivo ed architettonico, bensì anche strutturale, necessita di permessi e autorizzazioni specifiche.
In tali casi, peraltro, si va ad ampliare la superficie effettivamente abitabile e dunque si incrementa anche il valore dell’immobile oggetto d’intervento, modificandone la rendita catastale.
Poi, una cosa è aumentare lo spazio abitativo all’interno della propria casa, magari creando in soppalco o un’ulteriore stanza da letto e tutt’altra questione è, invece, il ricorso ad un semplice letto a soppalco. Allo stesso modo bisogna distinguere tra l’aggiunta di una struttura soppalco prefabbricata, che funga da mero deposito e la creazione, invece, di uno spazio che sia davvero fruibile e praticabile. Se nel primo caso, spesso, ci si trova ad aver a che fare con piccoli spazi di risulta, magari caratterizzati da un’altezza minima e posizionati in garage o in cantina, nel secondo caso si tratta di elementi che vanno progettati ad hoc nei minimi dettagli.
Un piccolo soppalco impiegato per appoggiarvi le valige, gli abiti da sci, la cassetta degli attrezzi, o qualunque altra cosa voluminosa non sia necessario tenere sempre a portata di mano, non avrà le medesime caratteristiche di uno utilizzato come locale d’abitazione.
In tutti i casi è bene tener conto del fatto che, in genere non è possibile procedere alla creazione di un soppalco facendo come meglio si crede e senza chiedere nulla a nessuno.
Esistono delle norme ben precise da dover rispettare, che ovviamente sono differenti caso per caso e che è bene conoscere prima di realizzare un vero e proprio abuso edilizio, magari neppure sanabile.
Vediamo dunque di far chiarezza sulla questione, stabilendo innanzitutto che tipologie di soppalchi esistono, per cosa vengono utilizzati e che caratteristiche devono avere per poter essere effettivamente realizzati.
A cosa servono i soppalchi e quando possono rivelarsi davvero utili
Ci sono tipologie abitative in cui la realizzazione di un soppalco è più che naturale, tant’è vero che sarebbe sciocco non realizzarne uno. Si pensi, ad esempio, ai loft, dove, in virtù delle considerevoli altezze del soffitto, la presenza di un solaio che suddivida la “doppia altezza” è praticamente d’obbligo. Questo, infatti, non solo consente di ampliare notevolmente lo spazio a disposizione, ma rende tutto decisamente particolare ed esteticamente accattivante.
Esistono, però, molte tipologie di soppalco differenti.
Vediamo, allora, di capire meglio in cosa si differenziano le une dalle altre, anche perché ciascuna categoria dovrà rispettare determinati requisiti.
Innanzitutto bisogna distinguere tra il soppalco fisso e soppalco d’arredo (o removibile) e tra strutture progettate, calcolate e realizzate ad hoc e soppalchi prefabbricati. In particolar modo questi ultimi sono venduti in kit. Si tratta di elementi facilmente montabili in piena autonomia e formati da pezzi standard, per lo più tubolari telescopici, perfetti per formare un telaio delle dimensioni desiderate.
In generale, però, quando si parla di soppalchi, ci si riferisce a strutture stabili e praticabili, aperte sullo spazio sottostante, dotate di scale per accedervi e di parapetto di sicurezza. È chiaro che in quest’accezione non si ha a che fare con elementi facilmente smontabili, bensì con strutture che devono rispettare determinate regole per poter essere fruite e rese abitabili.
Sono definiti, dunque, removibili quegli elementi che, all’occorrenza, possono essere smontati senza problemi e per l’installazione dei quali, come già detto, si può ricorrere al fai da te. Di tale tipologia sono, ad esempio, le strutture che mantengono il “letto in quota” o quei kit appositamente ideati per creare dello spazio dove depositare oggetti.
In questi casi ci si imbatte per lo più in oggetti dalle dimensioni limitate, per la cui creazione si potrà procedere senza chiedere nulla a nessuno. Le versioni più semplici e comuni di soppalco removibile sono autoportanti, ciò significa che non c’è bisogno di ancoraggi, né alle pareti né a pavimento.
Infine è doveroso citare un ultimo caso in cui un soppalco è davvero utile. Quando per qualche motivo non si riesce a recuperare un sottotetto per renderlo abitabile, rifacendo la copertura e lasciandola a vista, sotto al colmo si ha la possibilità di ricavare un’area soppalcata, sfruttabile a vario titolo, come camera da letto, sala tv o locale per hobbies.
Quando si può soppalcare la propria abitazione
Attenzione però perché non sempre è possibile realizzare un soppalco. Nella maggior parte dei casi, oltre a verificare la presenza di idonei requisiti tecnici, è necessario consultare anche il regolamento Comunale per capire cosa questo stabilisca in merito.
Inoltre non bisogna scordarsi, in quei casi in cui risulti necessaria la presenza di opportuno titolo abilitativo, di presentare una SCIA o addirittura un permesso di costruire, ovviamente prima di dar corso ai lavori.
Vediamo, dunque, quali sono i requisiti tecnici indispensabili per poter procedere.
Altezza
È evidente a tutti che un soppalco (prefabbricato oppure no) è realizzabile solo qualora l’altezza del soffitto lo consenta.
Nelle moderne abitazioni in cui l’altezza dei locali raramente supera i 2,70 m, pensare di soppalcare è utopia. Nelle strutture di recupero ex industriali, così come nelle case più vecchie, al contrario, non è così raro avere a disposizioni altezze consistenti.
Ciò a cui è bene far attenzione è che per poter considerare abitabile sia lo spazio superiore che quello inferiore è necessario rispettare un’altezza minima, sia tra il pavimento dell’abitazione e l’intradosso del solaio del soppalco, che tra l’estradosso di questo e il soffitto dei locali. Tale altezza, generalmente, deve essere almeno pari a 2,10-2,20 m, ma in alcuni casi potrebbero essere richiesti addirittura 2,40 m (almeno nella parte sottostante).
Estensione
Esiste poi, per ogni ambiente, una superficie massima che può essere soppalcata e che dipende dall’estensione del locale in cui va posizionato. In genere le dimensioni del soppalco non devono superare un 1/3 di quelle del locale sottostante sui cui affaccia. In taluni frangenti, invece, se l’altezza superiore ed inferiore del soppalco risultano maggiori di 2,2 m, può essere consentito soppalcare fino al 50% della superficie.
Tipologia di struttura
Un soppalco deve, poi, necessariamente prevedere una parte aperta che affacci sulla zona sottostante (non si possono realizzare stanze chiuse come se si stesse recuperando un sottotetto) e questa deve essere dotata di scala d’accesso a norma e parapetto regolamentare di altezza pari almeno a 110 cm.
È importante, poi, valutare la questione anche da un punto di vista architettonico e strutturale. Il tutto può essere realizzato in vario modo, molto dipende dalle condizioni al contorno con cui ci si trova a rapportarsi. Solitamente sia i soppalchi prefabbricati che quelli progettati ad hoc vengono in qualche modo incastrati nelle murature esistenti o a terra e poggiano su dei pilastrini che sorreggono l’orditura del solaio.
Questi elementi, poi, per essere abitabili e fruibili devono garantire una portanza adeguata ed essere sicuri. Questo implica, chiaramente, un’accurata progettazione preliminare da parte di un tecnico qualificato.
Illuminazione
Infine, per creare un’area aggiuntiva che incrementi la SLP di casa, bisogna soddisfare tutti i requisiti di abitabilità richiesti. Tra questi, come ben potrete immaginare, una certa rilevanza hanno i cosiddetti rapporti aeroilluminanti.
L’area soppalcata, se fruibile, deve essere ben illuminata e consentire un adeguato ricambio d’aria.
Se mancano i requisiti?
In tutti quei casi in cui i suddetti requisiti non siano verificati (o dove ne manchi anche uno solo), tutt’al più è possibile creare una sorta di spazio ripostiglio da adibire a deposito. Questo, eventualmente, potrà anche risultare accessibile e calpestabile, ma mai abitabile. Un altro escamotage per sfruttare a pieno lo spazio in altezza è quello di mettere il letto in quota. Così, la parte libera al di sotto delle doghe può essere utilizzata per altri scopi: come zona divani, area studio, oppure anche come cabina armadio.
In molti casi, quando l’altezza dei soffitti è di 3 m o poco più, è usuale creare un ribasso chiuso nel disimpegno portando la sua altezza a 2,4 m netti. La parte superiore si trasforma così in un vero e proprio ripostiglio-nascondiglio, accessibile generalmente da uno sportellino filo muro.
Soppalchi prefabbricati per garage costo e caratteristiche
Un caso a sé stante, ma piuttosto frequente, è rappresentato dai soppalchi realizzati nei garage o nei locali di sgombero. In questi casi, a fronte di una spesa piuttosto limitata si può riuscire ad ottenere un prezioso spazio aggiuntivo da sfruttare come deposito. Vi basterà qualche ora di lavoro per il montaggio della struttura, solitamente prefabbricata e acquistata in kit telescopico ed il gioco è fatto. Cerchiamo di capire, allora, quando conviene far ricorso ad elementi di questo tipo.
Generalmente, nei box in altezza resta sempre almeno un metro di vuoto al di sopra delle auto parcheggiate. Per quanto non si riesca a ricavare uno spazio altissimo, optare per un soppalco prefabbricato della profondità di 1 o 2 metri può giovare non poco. Questo, infatti, può essere sfruttato per depositarvi attrezzi, pneumatici, sci, valige e tutto quanto non è indispensabile avere sempre a portata di mano, aiutando a mantenere l’ordine.
Può accadere, invece, che anche nei garage si disponga di altezze considerevoli. In questi casi si può pensare a strutture removibili, ma praticabili e dotate di scala d’accesso fissa. Se per un piccolo soppalco che si configura come una “grande mensola in appoggio a terra” potrete spendere qualche centinaio d’euro, per una struttura più complessa arrivete a pagarne 1.000-2.000 o anche più.
Molto, poi, dipende dall’estensione del tutto, dal fatto che si ricorra a kit standard, o si opti per soluzioni su misura, magari prediligendo materiali o colori particolari.
Concludendo
Come avrete intuito, la creazione di un soppalco prefabbricato rappresenta sempre un’ottima idea, ovviamente a patto che vi siano tutti i requisiti necessari per farlo.
Detto ciò, specie se avete in mente di ampliare la superficie della vostra abitazione, è sempre bene che, prima di prendere una decisione e di fare dei lavori, consultiate un professionista. Ne va della legittimità, ma anche della sicurezza della vostra casa.
Inoltre ricordate che, sebbene le strutture autoportanti e removibili siano soggette a meno vincoli, pertanto optando per queste avrete sicuramente un maggior margine d’azione), di contro dovrete accontentarvi di un estetica decisamente più standard e basica.