Se state ristrutturando casa, o vi accingete a farlo, può darsi che tra le varie problematiche da affrontare ci sia quella del massetto pavimento, specialmente se fra i vari lavori che avete pensato di realizzare vi è anche la posa di un nuovo parquet, o di un rivestimento ceramico di ultima generazione.

Il massetto, detto comunemente anche sottofondo, altro non è che lo strato che si trova immediatamente sotto la pavimentazione e sul quale questa viene posata. È facilmente comprensibile, dunque, che indipendentemente dal materiale con cui si realizza e dallo spessore che lo caratterizza è fondamentale che il massetto sia perfettamente piano, in modo tale che si possa scegliere con tutta tranquillità, sia la tipologia di rivestimento da applicarvi, che il formato e le modalità di posa che si preferiscono, senza vincolo alcuno e senza, poi, avere problemi.

Oggi, in commercio esistono vari tipi di massetti. Sempre più spesso ci si imbatte nei cosiddetti “alleggeriti”, che sono l’ideale quando si opera su strutture datate che è opportuno non sovraccaricare eccessivamente; oppure nei massetti autolivellanti. Questi ultimi sono prodotti di nuova generazione che stanno rapidamente sostituendo i massetti tradizionali, perché, come si evince dal nome, consentono di autolivellarsi durante la stesura, andando a creare un fondo omogeneo, liscio e piano, perfetto per la successiva posa di qualunque tipo di pavimentazione.

Vediamo, dunque, di capire meglio di che si tratta, quali sono le caratteristiche intrinseche di questi sottofondi, nonché le modalità di posa e i prezzi.

Massetto

In generale si definisce massetto, lo strato ripartitore che andrebbe posato appena sopra l’isolamento termico e quello acustico del solaio. Questi strati, a loro volta, vengono posizionati al di sopra della caldana. Ci siamo già premurati in passato di spiegare la differenza sostanziale che c’è tra caldana e sottofondo, pertanto non ci dilungheremo oltre in questa sede, ma se siete interessati ad approfondire vi rimandiamo all’articolo specifico.

Il massetto, normalmente, ha uno spessore che si aggira attorno ai 10 cm e viene realizzato con malte cementizie composte da aggregati di piccola granulometria, spesso additivate, al fine di accelerarne l’indurimento, contenere il ritiro del getto e velocizzare i lavori.

Lo scopo di tale strato è in primo luogo quello di far passare gli impianti e gli scarichi con le adeguate pendenze; poi, ove necessario, serve a compensare gli spessori; ripartisce i carichi e in parte contribuisce anche all’isolamento termico del solaio. Infine, il massetto, crea un piano di posa uniforme sul quale andare a mettere il pavimento, sia che questo sia previsto flottante e dunque semplicemente appoggiato con interposto un apposito materassino, piuttosto che incollato.

Oggi, sempre più frequentemente, per la creazione dei massetti, specie in fase di ristrutturazione si ricorre all’impiego di calcestruzzi in cemento leggero, i cosiddetti alleggeriti. Questi vengono confezionati con inerti particolarmente leggeri, aerati e alveolari, come ad esempio la pomice, l’argilla espansa (la cosiddetta Leca), la vermiculite, o la perlite, che sono caratterizzati dall’avere un basso peso specifico e pertanto risultano perfetti per tutte quelle situazioni in cui non si è certi della portanza del solaio che sovente può risultare piuttosto datato e/o malconcio.

Autolivellante per pavimenti

Una diversa soluzione, anch’essa di recente generazione (che è andata affermandosi da una quindicina d’anni a questa parte), è il massetto autolivellante, che sempre più spesso viene utilizzato sia nelle ristrutturazioni che nei cantieri di nuova costruzione.

Questi massetti, non solo consentono di ottenere un piano di posa perfettamente liscio e privo di dislivelli, ma non necessitano neppure di particolari lavorazioni ed attenzioni, perché si spandono e si livellano omogeneamente in maniera autonoma. Esattamente, come dice il nome stesso, si “autolivellano”, evitando che la faticosa incombenza tocchi al muratore di turno, che può essere più o meno abile ed esperto.

Chiaramente, la metodologia di applicazione di un prodotto del genere si differenzia da quella dei comuni massetti. Questi ultimi, infatti, vanno confezionati (miscelati e mescolati) in cantiere; poi stesi in forma umida ed infine livellati ed aggiustati. I prodotti autolivellanti, invece, si presentano già pronti in forma liquida e vengono applicati servendosi di una pompa. In questo modo, non solo i tempi si riducono, ma anche le possibilità di errore dovute a distrazione o non capacità dell’operatore, praticamente, si azzerano.

Il liquido, in piena autonomia, va a riempire eventuali vuoti presenti sul solaio, fino a formare uno strato omogeneo, che si livella da solo e che con l’asciugatura risulta, poi, perfettamente liscio e privo di solchi.

Tipologie di massetto autolivellante

Oggi sul mercato sono disponibili innumerevoli massetti autolivellanti, chiaramente ogni marchio ha i suoi. In via del tutto generale, però, si possono distinguere 3 grandi macro categorie, ciascuna delle quali differisce dalle altre per composizione ed in parte anche per ciò che concerne le performances, anche se si tratta di prodotti tutti assolutamente validi. Le qualità di base, in effetti, sono le medesime, ma ciascun tipo poi è più indicato per soddisfare specifiche esigenze e lavorazioni piuttosto che altre.

Massetto autolivellante CAS

Quello che viene definito massetto CAS, assieme al cemento contiene alfa-solfati. Questi fanno sì che non vi sia alcun bisogno di intervento dopo la stesura del materiale liquido, perché il massetto CAS ha un’eccellente capacità di spandersi in modo naturale e garantisce risultati impeccabili con uno sforzo davvero minimo, comportando anche una riduzione significativa dei costi di manodopera.

Inoltre, questo tipo di sottofondo ha un’ottima conducibilità termica e garantisce una funzione isolante non solo rispetto alle dispersioni di calore, bensì anche acustica.

Massetto autolivellante cementizio

Il secondo tipo di massetto autolivellante è quello cosiddetto cementizio, che essendo composto principalmente da cemento in gergo comune viene definito, appunto, cemento autolivellante.

Si tratta del prodotto più basico tra i tre ed ovviamente è anche quello che costa meno, sebbene la differenza di prezzo tra i vari massetti fluidi sia davvero poca.

Rispetto agli altri, questo massetto tende a creare un sottofondo leggermente meno raffinato, che in alcuni frangenti può rendere un po’ più difficoltosa la posa del pavimento. Per queste ragioni, solitamente, viene impiegato per la realizzazione di sottofondi all’interno di capannoni, negozi, grossi ambienti commerciali, oppure garage, parcheggi interrati, cantine e box. In tali contesti difficilmente si vanno a posare parquet, se non laminati e flottanti, così come non si ricorre a ceramiche particolari, ma di norma si opta per soluzioni continue, come la resina o il cemento stampato.

Massetto autolivellante con anidrite sintetica

La terza ed ultima tipologia di massetto fluido ed autolivellante è quello composto da anidrite sintetica. La sua prerogativa è quella di poter contare su un’eccellente potere aggregante, che gli consente di creare sottofondi decisamente compatti e del tutto privi di fessure.

Ciò minimizza il rischio di infiltrazioni ed è la ragione per cui sovente nelle abitazioni si ricorre a sottofondi di questo tipo, soprattutto ai piani terra ed interrati, perché così oltre a garantire un ottimo risultato estetico ci si protegge dal rischio umidità ed infiltrazioni.

I vantaggi del massetto autolivellante

I vantaggi che si ottengono con l’impiego di un massetto autolivellante sono diversi, primo tra tutti, come abbiamo già visto, quello di riuscire ad ottenere un piano di posa liscio, pulito e senza problemi di livellazione. Questo non è però l’unico fattore che fa propendere per l’impiego di tale tipologia prodotto, vediamo dunque di analizzare brevemente anche gli altri punti che giocano a favore di questo di materiale.

Rapidità e facilità di posa

L’impiego di malta autolivellante velocizza i lavori, consentendo una stesura non solo facilitata, ma anche decisamente più rapida dei sottofondi. Non serve personale altamente qualificato e persino l’asciugatura di un massetto autolivellante è decisamente più veloce di quella di un massetto tradizionale, per cui è possibile procedere in anticipo alla posa della pavimentazione.

Un massetto ideale per le ristrutturazioni

In moltissimi casi, quando si ha a che fare con ristrutturazioni, soprattutto ai piani alti di condomini ubicati in centro città, ricorrere all’impiego di un massetto autolivellante è l’ideale perché non è necessario disporre di un adeguato spazio a terra in cui realizzare realizzare l’impasto con una piccola betoniera. Sarà sufficiente parcheggiare il camion con l’autopompa e procedere. Tenete conto peraltro che il premiscelato consente di essere pompato fino a 100 metri di distanza.

Massetto autolivellante spessore minimo

Con l’utilizzo di un massetto autolivellante, data la sua estrema compattezza, è possibile realizzare uno spessore minore rispetto a quello tradizionale. Possono bastare anche soli 3 cm, mentre con un sottofondo in sabbia e cemento per poter arrivare a 4-5 cm è necessario procedere con l’aggiunta di additivi.

Peso massetto autolivellante

I massetti autolivellanti sono anche più leggeri di quelli tradizionali ed anche questo è un fattore che ha contribuito non molto al loro utilizzo, specie qualora si debba intervenire su abitazioni datate, anni 50 o ancor più vecchie, dove i solai non hanno grandi portate.

Altro

I massetti autolivellanti, anche grazie agli spessori minimi che li caratterizzano consentono poi di inserire in modo ottimale le serpentine del riscaldamento a pavimento, pertanto sono sempre più utilizzati anche per le nuove costruzioni, dove riscaldamento e raffrescamento a pavimento vanno per la maggiore.

Con i massetti autolivellanti si possono realizzare grandi superfici continue, fin anche a 400 metri quadrati, senza giunti. Ovviamente qualora il sottofondo venga steso su impianto radiante bisognerà sempre rispettare i giunti previsti dall’idraulico.

Infine, rammentiamo che l’autolivellante garantisce una perfetta aderenza a terra e facilita la posa a regola d’arte dei pavimenti, sia flottanti che incollati.

Gli svantaggi connessi all’impiego di un massetto autolivellante

Sebbene i fattori positivi siano molti ci sono anche dei casi in cui non consigliabile ricorrere all’impiego di un massetto autolivellante, perché può creare qualche incoveniente.

Innanzitutto, con gli autolivellanti può capitare che si verifichi uno specifico problema, che prende il nome di bleeding. Ciò che accade, di fatto, è che la parte superficiale del massetto autolivellante si indebolisce a causa dell’affioramento degli additivi in esso contenuto, facendo sì che si distacchino dei frammenti e vi sia presenza di polvere.

Quando ciò si verifica siamo in presenza di bleeding, che non è particolarmente grave qualora si prevede una posa flottante del pavimento, ma può invece rappresentare un problema se questa è pensata a colla.

In tutti i casi si può ovviare carteggiando la superficie del massetto con una carta abrasiva di grana adeguata, andando così a togliere la pellicola superficiale, indebolita a causa del bleeding. Inoltre, è possibile trattare il tutto con un primer, ovvero promotore di adesione, facendo attenzione che questo sia compatibile sia con l’autolivellante che con lo specifico collante che si pensa di utilizzare per l’incollaggio del pavimento.

A prescindere da ciò, qualora si debbano formare delle pendenze chiaramente è bene ricorrere al tradizionale massetto cementizio, perché con gli autolivellanti il piano di posa è per forza di cose liscio e dritto. Quindi, sebbene in commercio si trovi anche l’autolivellante per esterni, sovente, in questi frangenti si utilizza un prodotto più classico, così da poter dare al balcone, al vialetto, al terrazzo o alla loggia, la giusta pendenza che consente di far fluire l’acqua piovana nel migliore dei modi. Inoltre, l’autolivellante, specie quello a base di solfati, teme l’umidità, così come soffre anche per gli sbalzi di temperatura significativi. Per tutte queste ragioni, in esterna normalmente si evita di ricorrere al suo impiego.

Autolivellante: quanto costa?

Chiaramente, il prezzo di un massetto autolivellante cambia in base al tipo ed al marchio di prodotto che si acquista.

I massetti autolivellanti con solfato di calcio, più fluidi di quelli cementizi, risultano anche leggermente più costosi e consentono di ottenere una superficie di posa liscia e piana. I massetti all’anidrite sono però tra gli autolivellanti quelli in assoluto più costosi, ma ottimali qualora si desideri incrementare l’isolamento termico.

Generalmente si va da un prezzo pari a 15-20 euro/mq per gli autolivellanti cementizi, fino a 20-25 euro/mq per masseti all’anidrite. Molto poi dipende anche dallo spessore. Certo è che, come abbiamo visto, impiegando un autolivellante si ha un deciso risparmio sui costi relativi alla mano d’opera.

Conclusioni

Come avrete capito, in moti casi, il ricorso a massetti autolivellanti si rivela ottimale. L’importante, prima di scegliere quale massetto posare, è sapere che tipo di pavimentazione si andrà a mettere e con quali modalità, così da scegliere il prodotto più adatto.

A seconda dell’autolivellante utilizzato cambia anche il tempo di posa. In genere, il massetto che si adotta per la ceramica e per il gres necessita soltanto di 24 ore di posa, mentre i sottofondi per parquet prefiniti e laminati hanno bisogno come minimo di 72 ore prima di potervi applicare la pavimentazione.

Sara Raggi