Quello che normalmente viene definito stato di comfort all’interno di un’abitazione, va valutato rispetto a tutta una serie di parametri che, a dispetto di quanto si pensi, implicano anche l’assenza di rumore.
A prescindere dal tipo di rumore percepito e dal fatto che sia maggiormente concentrato di giorno, piuttosto che, peggio ancora, di notte, questo può arrecare particolare disturbo, tanto da divenire ben presto insopportabile.
Chiaramente, avere un involucro termicamente isolato che garantisca sempre le condizioni termoigrometriche perfette, sia in termini di temperatura che di tasso di umidità, è essenziale.
Allo stesso modo anche poter contare su un’illuminazione naturale sufficiente e dove manca riuscire a garantire che vi sopperisca quella artificiale e che sia appositamente progettata allo scopo è un fattore importantissimo per dire che in una casa si vive davvero bene sotto ogni punto di vista.
Tutto questo però può essere vanificato a causa del rumore.
Chi vive nelle grandi città, oppure lungo una via trafficata sa bene quanto il rumore proveniente dall’esterno possa essere fonte di disagio anche all’interno delle propria mura domestiche. In questi frangenti, spesso basta cambiare i vecchi infissi per trarre un immediato giovamento; nei casi più estremi si potrà anche pensare di isolare le pareti ricorrendo alla posa di un apposito pannello fonoassorbente.
Ma quando il rumore viene da dentro l’edificio cosa si può fare?
La situazione più tipica è quella di chi abita in condominio e sente sulla propria testa i rumori di chi abita al piano di sopra. Che sia tratti una signora che cammina con i tacchi, piuttosto che dei vicini che urlano, o di bambini vivaci che corrono lungo il corridoio poco importa.
Ecco che la soluzione che solitamente si prospetta è quella di insonorizzare il soffitto, ma è lecito domandarsi innanzitutto se questo sia sufficiente e se funzioni davvero, ma anche come procedere nella pratica e a che a prezzo. Vediamo dunque di fare un po’ di chiarezza sulla questione.
Isolamento acustico
Quando si parla di isolamento, solitamente, si pensa subito a quello termico, mentre quello acustico passa un po’ in secondo piano. In realtà, è molto più difficile trovare una casa in cui non si avvertano rumori, né provenienti dall’esterno né dall’interno, piuttosto che una termicamente ben coibentata.
Purtroppo, accade molto spesso che il “problema rumore” venga trascurato fin dalle prime fasi progettuali e poi, intervenire a posteriori, è decisamente più complesso e porta a risultati meno soddisfacenti. L’acustica non incide sui consumi e non viene chiaramente valutata con una classe, come ad esempio avviene per la parte più propriamente energetica.
Negli annunci immobiliari, infatti, è obbligatorio dichiarare in che classe energetica rientra l’immobile oggetto di vendita ed esattamente quale sia il suo consumo annuo, mentre nulla viene detto per ciò che concerne l’acustica.
In realtà, da quasi una decina d’anni, ovvero dal 2010, è in vigore la Norma UNI 11367 relativa proprio alla classificazione acustica in edilizia, purtroppo però su questo fronte l’attenzione è ancora a livelli minimi. Sono pochi coloro che sanno dell’esistenza di precise cui linee guida che servono a valutare le performance acustiche di un edificio e a classificarlo all’interno di una delle 4 classi prestazionali previste.
Chiaramente, ci sono degli specifici standard minimi che devono per forza essere assicurati, specie quando si ha a che fare con edifici nuovi. La verità è che sono pochissimi anche quei Comuni che, ad oggi, richiedono la certificazione acustica come condizione per l’ottenimento dell’agibilità.
Ecco allora che, quando ci si accinge a comprar casa, si tende a pensare che un immobile nuovo in classe A sia il top: si presenta in maniera impeccabile, consuma poco, con tutta probabilità è dotato di sistemi domotici e all’avanguardia, cosa si può chiedere di più? Verrebbe da dire nulla, specie se si trova in una zona tranquilla e perfetta per quelle che sono le nostre esigenze.
I rumori provenienti dall’esterno sono più facili da valutare anche in sede di una semplice visita. Se davanti a voi passa una strada particolarmente trafficata o un tram, piuttosto che vi è una scuola, un parco, o una piazzetta è semplice immaginarsi e sentire cosa accade fuori dalla quattro mura.
È chiaro che a finestre aperte il rumore può sempre dar fastidio, ma sarete in grado di decidere consapevolmente se per voi è sopportabile oppure no. A finestre chiuse, d’altro canto, vi accorgerete immediatamente se vi trovate ad avere a che fare con un involucro correttamente isolato: se chiudendovi dentro non percepite i rumori provenienti dall’ambiente esterno è già qualcosa.
Le dolenti note arrivano, però, quando i rumori provengono dall’interno e magari non insorgono subito. Tipico, ad esempio, il caso in cui inizialmente l’appartamento accanto o sopra al nostro erano disabitati e poi arrivano i nuovi legittimi proprietari e con essi i guai.
In genere, comunque, per gli edifici di nuova costruzione si fa più attenzione anche all’isolamento acustico e rispetto alle case vecchie, anni ’50 o successive, anche acusticamente parlando si vive decisamente meglio, sebbene non è detto che il silenzio regni sovrano. In questi casi quasi sempre i rumori, se ci sono, provengono dalla propria abitazione, o più di frequente da quella dei vicini accanto o del piano di sopra.
Al pari dei ponti termici, all’interno di ogni edificio, esistono anche i cosiddetti ponti acustici, che in molti casi possono essere risolti grazie a piccoli accorgimenti progettuali.
Se la sorgente che genera il rumore si trova all’esterno, gli elementi più sollecitati e a cui prestare particolare attenzione, saranno quelli di chiusura, come gli infissi, la facciata e la copertura. Qualora invece il disturbo provenga dall’interno dell’edificio i maggiori imputati alla trasmissione del suono saranno gli elementi di partizione, ovvero le pareti ed i solai.
I rumori interni che risultano maggiormente fastidiosi, normalmente, sono dovuti al funzionamento di taluni impianti, come ascensori, scarichi dell’impianto idrico, condizionamento, ventilazione, oppure sono da imputare alla presenza degli abitanti stessi: voci, musica o tv ad alto volume, calpestio, spostamento mobili e sedie, ecc…
Individuare l’origine del problema
Ora che abbiamo stabilito che il problema del rumore è serio e merita una certa attenzione, non indugiamo oltre su eventuali errori commessi in fase di progettazioni e/o realizzazione del fabbricato, perché ormai poco importa. Cerchiamo, invece, di concentrarci per capire come porvi rimedio e di vedere fino a che punto si riesce a risolvere la situazione.
Innanzitutto, dobbiamo individuare quale sia il rumore che ci arreca disturbo; un conto infatti sono i rumori che si propagano nell’aria ed un altro quelli che si trasmettono per mezzo di un solido.
Quando si parla di materiali utili a conseguire un ottimo comfort acustico, bisogna fare le opportune distinzioni. Da un lato ci sono i materiali dotati di un determinato potere fonoassorbente, ovvero caratterizzati da una capacità più o meno alta di assorbire le onde sonore. Questi servono ad attutire i rumori e vengono suddivisi in cinque classi, dalla A alla E, dove la prima è la più performante.
Vi sono poi però i materiali cosiddetti fonoisolanti, capaci di riflettere l’energia causata dal rumore, rimandandola nell’ambiente di provenienza e limitando il passaggio da uno spazio ad un altro adiacente.
Sono tre, dunque, i parametri da valutare rispetto alla propagazione del suono: il potere fonoisolante, la capacità fonoassorbente e l’isolamento dal rumore impattivo. Se insonorizzare una stanza unica di per sé paradossalmente può essere più semplice, meno lo è attutire le varie fonti di disturbo che si percepiscono in tutta casa.
Normalmente le costruzioni nel nostro paese sono caratterizzate dalla presenza di solai in laterocemento e pareti in laterizi o blocchi: si tratta dunque di elementi massicci e rigidi che da soli non riescono ad assorbire a dovere i rumori, né a limitare la trasmissione delle sollecitazioni dinamiche dovute al calpestio o alla caduta di oggetti.
Tra alloggi contigui si risolve con l’inserimento di intercapedini isolate nei muri di separazione tra un’unità e l’altra. Anche una distribuzione attenta degli ambienti in fase di progettazione è essenziale per evitare fastidi, perché è chiaro che se attaccato alla parete dove io ho il letto il mio vicino ha il bagno e magari, proprio in corrispondenza di quel divisorio è posizionato lo scarico del wc, per quanto questo possa essere stato adeguatamente isolato un po’ di fastidio si potrà sempre avvertire.
I problemi maggiori, però, vengono dall’alto e dipendono da chi abbiamo sulla testa. Non è detto che sia colpa di chi abita al piano di sopra, poiché i rumori impattivi sono complessi da eliminare, specie se sul solaio di separazione non si è provveduto alla posa di una membrana anticalpestio.
Ecco allora che in questi casi isolare acusticamente soffitto è l’unica strada da percorrere per ovviare al problema. Vediamo come fare.
Pannelli fonoassorbenti soffitto
In generale, un materiale fonoassorbente che attutisca ed impedisca la trasmissione dei rumori tra un piano e l’altro dello stesso edificio, può venir posizionato in diversi punti:
- tra la struttura portante e il massetto,
- tra il massetto e la pavimentazione,
- oppure direttamente sotto la struttura portante, creando un controsoffitto.
È ovvio, allora, che la prima strada, pur essendo la più efficace, è percorribile sono in fase di costruzione; la seconda è attuabile qualora si preveda una ristrutturazione di un certo tipo, o comunque la sostituzione della vecchia pavimentazione.
Ad esempio, oggi, quando si procede alla posa di un nuovo pavimento in parquet, specie se a listoni e posato ad incastro senza colla, si usa mettere al di sotto delle plance uno strato di materiale fonoassorbente, conosciuto con il nome di “materassino disaccoppiante”. Sempre intervenendo all’estradosso è possibile anche andare a realizzare sopra la pavimentazione esistente un’altra pavimentazione rialzata, creando un’intercapedine che può essere, poi, riempita con materiale isolanti, sia termici che acustici.
La terza soluzione, invece, che comporta la realizzazione di un controsoffitto insonorizzato, è quella a cui più facilmente si fa ricorso. Anche perché le prime due modalità, di fatto, prevedono un intervento all’estradosso del solaio e dunque, a meno che non si abbia a che fare con abitazione di un unico proprietario a più piani, non è di certo chi abita sopra, ma chi sta sotto, ad avvertire il problema e a volerlo risolvere!
Chiaramente, la posa di pannelli acustici a soffitto, pur essendo la via più semplice non è purtroppo la migliore, poiché non impedisce la trasmissione laterale del rumore, che continuerà, almeno in parte, a propagarsi attraverso i muri.
Quando il rumore proviene dal piano superiore, però, per tutelarsi in qualche modo, l’unica strada percorribile dall’interno della propria casa è proprio creare un isolamento acustico del soffitto dal calpestio e non solo.Basterà coprire tutto con appositi pannelli acustici a soffitto e poi rivestire con del cartongesso, che li nasconda.
Questi pannelli isolanti, utilizzati per creare una sorta di controsoffitto fonoassorbente, possono essere di fatti di vari materiali, alcuni sono porosi, altri fibrosi ed altri ancora a celle aperte. Ad esempio, si utilizzano comunemente: la fibra di vetro, la vermiculite, il sughero, la lana di roccia e la lana di vetro.
Spesso questi elementi sono già accoppiati a lastre di gesso che permettono di creare, con il loro semplice fissaggio al soffitto mediante tasselli, una superficie pulita e pronta da rifinire, che non necessita di ulteriori strati di chiusura, limitando così lo spessore necessario per l’operazione.
Il grosso problema dell’intervenire dall’interno, infatti è che difficilmente le case moderne hanno altezze tali da permettere un ribassamento continuo, per cui l’obiettivo primario è, oltre ad isolarsi dai rumori, anche quello di farlo nel minor spazio possibile.
Diversamente se si dispone di altezze dai 2,80 m in su è possibile pensare ad un vero e proprio controsoffitto appeso, dove l’isolante, con uno spessore di 5-10 cm, va ad appoggiare sopra lastra di cartongesso e tra questo ed il soffitto resta invece uno strato di aria ferma che aiuta anch’esso ad attutire il rumore.
Almeno per quanto concerne l’applicazione dei pannelli isolanti, specie se questi si vogliono attaccare direttamente a soffitto, si può procedere con il fai da te, poiché si tratta di un semplice incollaggio, per il quale non sono necessarie particolari competenze tecniche.
Infine, è bene ricordarsi che un isolante acustico deve sempre essere certificato e garantire un adeguato abbattimento: maggiore è l’abbattimento e migliore è il potere fonoassorbente dell’isolante o del sistema che lo prevede.
Attenzione: materiali che tipicamente isolano sotto il profilo termico non è detto che abbiano effetto anche acusticamente. Ad esempio, dalla posa di un controsoffitto polistirolo, a dispetto di quanto molti pensino, non trarrete alcun beneficio per le vostre orecchie!
Concludendo
Come avrete capito, la realtà è che l’isolamento acustico andrebbe sempre pensato come un sistema, valutato attentamente fin dalle prime fasi di progettazione e seguito con cura durante l’esecuzione dei lavori.
Per riuscire a migliorare il comfort acustico all’interno di una abitazione esistente ricorrere all’applicazione di una singola controparete o di un controsoffitto, potrebbe non essere sufficiente.
Il suono, infatti, troverà un’altra via per passare, tipicamente attraverso quelle parti che risultano più deboli.
Spiegato alla perfezione Brava.