Nel mondo della climatizzazione il tema legato ai nuovi refrigeranti è sempre più sentito ed attuale.
Ovviamente, l’impiego di condizionatori e l’uso di gas refrigeranti ha un impatto piuttosto elevato sulla salute del nostro pianeta, specie per ciò che concerne lo strato d’ozono ed il cosiddetto effetto serra. Detto ciò, nessuno di noi, nelle calde giornate estive, è disposto a rinunciare ad un po’ di frescura artificiale e spesso solo un ventilatore non è sufficiente!
Il problema, dunque, resta e non va né sottovalutato né tanto meno ignorato. Ecco, allora, che negli ultimi tempi l’argomento è diventato sempre più pressante, specie da quando l’Europa ha imposto maggiori restrizioni in materia.
Le limitazioni riguardano in particolar modo l’esclusione di alcuni refrigeranti (come L’R410A e l’R22) a favore di altri meno nocivi e più efficienti (come il gas R32). Tali provvedimenti sono stati introdotti proprio allo scopo di ridurre l’impatto ambientale del gas climatizzatore.
In questo articolo, cercheremo di comprendere meglio la situazione e di far chiarezza sulla questione, dando peraltro un senso a tutte queste strane “sigle” che, per molti, dette così, non hanno alcun significato.
Gas per condizionatori
In passato ci siamo già occupati di climatizzatori. In poche parole, si ha a che fare con delle macchine frigorifere che, attraverso le leggi della termodinamica e sfruttando le proprietà tipiche dei gas refrigeranti in esse contenuti, riescono ad assicurare un cambiamento della temperatura all’interno degli spazi domestici, in base a valori, di volta in volta, impostati dal singolo utente.
A consentire il corretto funzionamento di un condizionatore è il compressore, mentre il fluido refrigerante è di fatto il responsabile del cambiamento di temperatura dell’aria che dopo essere passata nella macchina viene reintrodotta nell’abitazione.
Con il passare del tempo, le tecnologie di climatizzazione hanno subito una sostanziale evoluzione, chiaramente, anche per ciò che concerne i fluidi refrigeranti necessari a garantire il corretto funzionamento del condizionatore stesso. I primissimi gas per condizionatori erano Cloro Fluoro Carburi e Idro Cloro Fluoro Carburi (come ad esempio l’R22), che possiedono ottime qualità termodinamiche, oltre a non essere né infiammabili né tossici.
Successivamente, però, questi gas vennero banditi, proprio per tentare di ridurre il fenomeno cosiddetto del “buco dell’ozono”. Così, più recentemente, sono stati sviluppati altri gas, ad impatto ambientale minore, come il Gas R410. Oggi, però, anche questo viene considerato nocivo per l’ambiente e nel giro di qualche anno è destinato a scomparire e ad essere sostituito con l’R32.
Vediamo, allora, di addentrarci nella questione per comprendere su quali basi l’R22 può essere considerato migliore dell’R410A.
I gas refrigeranti: perché preferire l’R32
L’impatto che un gas refrigerante ha sull’ambiente viene misurato numericamente, tramite il cosiddetto indice GWP (Global Warming Potential). Si tratta di quantificare l’influenza che un gas ha sul riscaldamento globale del nostro Pianeta, che può essere più o meno marcata a seconda dei casi. Oggi, il tentativo è proprio quello si spingere nella ricerca e nella produzione nuovi gas refrigeranti, che siano più possibile naturali o comunque a basso GWP.
Tramite il Regolamento Europeo Nr. 517/2014 sugli F-Gas (ovvero sui gas fluorati a effetto serra) sono state poste importanti limitazioni sia per quanto concerne la tipologia che per quanto riguarda le quantità di gas refrigeranti utilizzate nei condizionatori. In particolar modo, a partire dal 2025, nei condizionatori monosplit con carica refrigerante inferiore ai 3 kg verrà vietato l’utilizzo di gas ad alto potenziale di surriscaldamento, ovvero con valori di GWP superiori a 750.
Attenzione! Quanto appena detto non significa che dal 2025 sarà obbligatorio passare tutti al refrigerante R32, ma di certo, a partire da quel momento, nelle nuove installazioni l’R410A non sarà più ammesso. Per tale ragione, già oggi, l’utilizzo dell’R410A sta gradualmente venendo meno, sostituito dall’R32. Peraltro, potrebbe anche essere che, da qui al 2025, la ricerca ci consenta di scoprire altri refrigeranti ancora più ecologici.
In realtà, non si tratta solo di una restrizione legislativa. Bisogna rendersi conto del fatto che la crescente diffusione di sistemi non solo di raffrescamento, ma anche di riscaldamento, funzionanti con pompe di calore, richiede l’impiego di sempre maggiori quantitativi di refrigerante. Questo comporta problemi anche di produzione ed approvvigionamento dei vari componenti, causando un aumento vertiginoso dei prezzi dei gas (specie quelli ad alto GPW).
Gas R410A
La miscela di gas refrigerante R410A è composta per il 50% da gas R32 e per la restante parte da gas R125. Il nuovo R32, quindi, così innovativo non è dato che è già da tempo una rilevante componente del gas R410A.
Entrambi i gas, peraltro, presentano valore di ODP (Potenziale di Eliminazione dell’Ozono) pari a zero. Il refrigerante R410A, dunque, non è dannoso per lo strato di ozono e proprio per tale ragione si è subito imposto come degno sostituto dell’R22 e tutt’oggi viene largamente impiegato nei condizionatori.
Gas R32
L’R32 viene dunque considerato un refrigerante di nuova generazione solo se utilizzato in purezza, perché in realtà già da molti anni trova impiego nel settore della climatizzazione, quale componente essenziale dell’R410A.
Dopo quanto detto, allora, viene da chiedersi: perché il gas R32 è migliore dell’R410A nei climatizzatori? Cosa comporta questo cambio di rotta?
Innanzitutto il Gas R32 ha un indice GWP molto più basso rispetto all’R410A, parliamo di valori significativamente diversi: 675 contro 2088. Per garantire alla macchina le medesime performance, inoltre, è sufficiente una quantità di refrigerante R32 inferiore a quella che servirebbe con l’R410A, a fronte peraltro di una sempre maggior efficienza energetica.
Il gas R32, a differenza del suo predecessore, risulta però essere leggermente infiammabile: secondo lo standard ISO 817 è un gas di classe 2L. Alla classe 2 appartengono tutti quei refrigeranti moderatamente infiammabili che presentano un limite di infiammabilità inferiore maggiore di 0,10 kg/m3 alla temperatura di 60 °C ed a pressione atmosferica ed un calore di combustione inferiore a 19000 kJ/kg.
La sottoclasse 2L, indica in realtà quei refrigeranti che sono leggermente infiammabili, proprio come l’R32, gli HFO e l’ammoniaca, che hanno una velocità di propagazione della fiamma inferiore a 10 cm/s. La totale sicurezza nell’impiego di questo gas all’interno dei condizionatori domestici è però garantita anche in caso di perdita accidentale, poiché il livello di concentrazione va mantenuto sempre al di sotto dei limite di infiammabilità.
Detto ciò, per l’installazione e la manutenzione dei climatizzatori è sempre necessario rivolgersi a personale competente e qualificato, munito di patentino e di tutte le certificazioni del caso. Solo così si può essere certi di non correre alcun rischio. Questo, però, vale sia per le macchine funzionanti esclusivamente con R32, che per quelle che ancora utilizzano l’R410A.
In pratica cosa cambia nei climatizzatori?
La teoria è abbastanza chiara, ma l’utente a conti fatti si domanda: cosa cambia tra un climatizzatore funzionante con gas refrigerante R410A ed uno che utilizza esclusivamente gas R32? In commercio cosa si trova oggi? Come orientarsi nella scelta?
Innanzitutto un climatizzatore che utilizza come gas refrigerante l’R32 è in tutto e per tutto simile, sia visivamente, che nella struttura e nel funzionamento, ad uno che impiega l’R410A. Anche le procedure di installazione e manutenzione non cambiano; i collegamenti sono i medesimi ed è tranquillamente possibile utilizzare le tubazioni già esistenti e procedere al cambio. Anzi, le operazioni di ricarica del gas refrigerante R32 all’interno del condizionatore sono più facili, proprio perché si ha a che fare con un gas puro, più semplice sia da recuperare che da riutilizzare.
Attualmente sono tantissimi i marchi che propongono sul mercato climatizzatori funzionanti con R32: Mitsubishi, Daikin, Haier, LG, Vaillant, Hitachi, Fujitsu, ecc… Tutte le aziende più importanti del settore guardano al futuro, tentando di anticipare quanto più possibile i tempi imposti dalla normativa, proponendo prodotti non solo innovativi, poiché a basso impatto ambientale, ma soprattutto sempre più efficienti.
Ovviamente, tutti abbiamo a cuore il nostro pianeta, ma anche un occhio al portafoglio non guasta! Ecco, allora, che non dispiace affatto che i nuovi modelli di climatizzatori con R32 garantiscano maggiori rendimenti, superiori di un 10-15% rispetto ai modelli con R410A. Ciò significa una maggior classe di efficienza della macchina e consumi ridotti.
Di fatto problemi veri nel cambio di rotta non ce ne sono; c’è solo da guadagnare!
Nei prossimi anni dunque, se i vostri climatizzatori dovessero risultare oramai obsoleti e mal funzionanti, potrete tranquillamente procedere sostituendoli con altri di nuova generazione che come gas refrigerante impieghino solo R32. Non incontrerete alcuna difficoltà nel farlo e magari riuscirete ad approfittare degli incentivi statali dedicati, risparmiando così qualcosina.
Conclusioni
Ecco che, ora, il significato di sigle come R32, R22 e R410A dovrebbe apparirvi più chiaro. Una cosa è certa: se dovete accingervi ad acquistare un nuovo climatizzatore per la vostra abitazione, tra le variabili da tener ben presenti e da valutare molto attentamente vi è proprio il tipo di gas refrigerante che utilizzano i vari modelli che vi vengono proposti.
Ricordate: meglio spendere qualcosina in più, ma orientarsi su prodotti che impiegano “gas ecologici” come l’R32 ed evitare prodotti che, tra qualche anno, si sa già essere destinati a scomparire dal mercato!
Nel frattempo la ricerca di nuovi refrigeranti che consentano ulteriormente di minimizzare l’impatto ambientale continua. Lo scopo, chiaramente, è quello di raggiungere livelli di efficienza sempre più elevati, garantendo la massima sicurezza nel funzionamento e creando meno danno possibile all’ambiente.