La classificazione energetica abitazioni, come abbiamo già detto, è fondamentale per riuscire a valutare fino a che punto la nostra casa sia performante e quanto consumi.

classe F
classe F

Ecco che, allora, se avete fatto redigere un APE e la vostra casa è risultata in classe F, il fatto che la F non sia proprio l’ultima categoria esistente è davvero una magra consolazione. Dopo la F c’è solo la G e per molti versi tra l’ultima e la penultima classe energetica non c’è tutta questa differenza!

Cerchiamo, allora, di capire che caratteristiche ha una casa classe F, ma soprattutto quali problemi e quali costi comporta vivere in un’abitazione di questo genere, per la quale certamente una riqualificazione energetica se non d’obbligo è, quanto meno, caldamente raccomandabile.

Classe energetica f cosa vuol dire

Tecnicamente se sull’APE leggete classe F, troverete accanto a questa lettera un valore di Epgl,ren  compreso tra 2,60 e 3,50 kWh/m2anno.

Questo dato fornisce un’indicazione ben precisa rispetto ai fabbisogno di energia primaria non rinnovabile per la climatizzazione invernale ed estiva (EPH,nren ed EPC,nren), per la produzione di acqua calda sanitaria (EPW,nren) e per la ventilazione (EPV,nren).

Abbiamo già ampiamente spiegato cosa significa e da dove deriva tale numero, pertanto non indugiamo oltre sull’aspetto teorico, ma guardiamo alla pratica e tentiamo di capire cosa significa avere una classe energetica f casa.

All’interno di questa classe, come potrete vedere, il range è piuttosto ampio e pertanto ci saranno abitazioni con prestazioni molto vicine alla classe G, così come altre invece che davvero per poco non ricadono in classe E.

Ma quali sono le caratteristiche di una casa classe F?

A prima vista un appartamento classe f potrebbe non apparire molto diverso da uno classe G, ma neppure da una classe E. Moltissimi edifici, seppur non siano così vecchi, bensì risalenti alla fine degli anni ’70 o agli anni ’80, se si trovano ancora allo stato originario, con tutta probabilità rientrano in classe F. Così come possono essere un edificio classe f case anni ’50, o ancor più datate, in cui si è già intervenuti, ma in modo piuttosto lieve, ad esempio semplicemente sostituendo la caldaia, oppure cambiando gli infissi.

In un appartamento classe f le fonti rinnovabili sono assolutamente sconosciute; gli impianti di riscaldamento sono obsoleti, sia per ciò che concerne la produzione che molto spesso anche per quanto riguarda la distribuzione e la regolazione del calore; gli infissi sono vecchi, rovinati e molto spesso non chiudono neppure bene.

Anche i materiali da costruzione utilizzati a suo tempo sono scadenti e l’isolamento, sia delle pareti che della copertura e dei solai, se non è del tutto assente è comunque assolutamente inadeguato.

Insomma: in una casa classe F è difficile che ci sia qualcosa di davvero perfetto, il che lascia ampio margine di intervento ai fini di conseguire un miglioramento.

Cosa comporta vivere in una casa con certificazione energetica classe f

L’APE non mente. Se la vostra casa è risultata dalla certificazione energetica F, qualche problemino state pur certi che lo avete. Forse non vi siete mai soffermati a pensarci, ma con tutta probabilità ogni qual volta arrivano le bollette da pagare, specialmente quella del gas in inverno, ma anche quella dell’elettricità in estate, sono dolori!

A questo sicuramente avete fatto caso, ma tutti i vostri tentativi di risparmio sono risultati assolutamente vani! Abbassare il termostato e stare con 18 gradi in casa è una strategia che non paga: finirà solo per farvi venire il raffreddore. Allo stesso modo passare notti insonni rinunciando ad installare un climatizzatore non vi farà certo vivere bene.

In un’abitazione classe F, durante la stagione invernale, vi sarà senz’altro capitato di stare comodamente seduti sul divano a vedere la televisione o leggere un libro e di sentire freddo, nonostante magari i riscaldamenti vadano sempre all’impazzata.

Senza contare che se vi trovate vicino ai muri o alle finestre ci si mettono anche gli spifferi ed il disagio aumenta. Accade spesso, poi, che già in autunno ed ancora all’inizio della primavera, quando i riscaldamenti sono ancora spenti, o sono appena stati chiusi, in casa la temperatura sia tutt’altro che confortevole.

Ecco che allora si ricorre a sistemi alternativi: climatizzatori utilizzati come inverter, stufette elettriche, camini, stufe a pellet, eccetera, eccetera e i consumi lievitano ulteriormente.

D’estate, però, le cose non vanno certo meglio: con l’arrivo dei primi caldi senza climatizzatore davvero non riuscite a pensare di poter vivere ed ecco che nella stagione in cui finalmente le spese per il gas si riducono quelle relative all’elettricità schizzano alle stelle.

Poco comfort sotto il profilo termo igrometrico e costi di gestione insostenibili, purtroppo, sono due facce della stessa medaglia, per migliorare entrambe è indispensabile intervenire in modo mirato e consapevole. Vediamo come.

Classe energetica f casa: come intervenire

Come vi abbiamo già spiegato, all’interno dell’APE vi è una tabella in cui sono indicati tutti i possibili interventi attuabili, sia sull’involucro che sugli impianti, con esplicitato il risultato finale ottenibile.

Questo significa che potrete leggere chiaramente, per ogni lavoro proposto, in che classe riuscireste a rientrare nel caso in cui ne attuaste solo uno alla volta e poi cosa succederebbe se, invece, li attuaste tutti insieme. Da qui, potrete iniziare a farvi un’idea più precisa di come agire per migliorare le prestazioni e diminuire i costi di gestione della vostra casa in classe F.

La questione va valutata ovviamente anche in termini di budget di cui si dispone. Ogni intervento ha un suo costo specifico di cui è bene tener conto.

Ad esempio, la prima cosa che tutti fanno è quella di agire sul sistema di regolazione dell’impianto di riscaldamento installando termovalvole e dotandosi di termostati intelligenti.

Questa mossa è ancor più efficace se la si fa cambiando anche la vecchia caldaia ed installandone una nuova a condensazione, che consentendo il recupero del calore latente ed avendo un’efficienza piuttosto elevata permette di ridurre i costi in bolletta fino ad un 30%. Tutto sommato con qualche migliaia d’euro ce la caviamo e i risultati sono buoni.

In alternativa, o contestualmente, spessissimo, in una casa con certificazione energetica classe f ci si limita a sostituire i vecchi infissi con altri decisamente più performanti. A seconda di quanta superficie vetrata ha il vostro involucro questa è una mossa con cui facilmente si ottiene il passaggio ad una classe più alta. Gli infissi di nuova generazione però costano, ovviamente quelli in PVC un po’ meno, ma comunque se si inizia a parlare di parecchie finestre, o peggio portefinestre, i costi salgono.

Gli interventi appena suggeriti sono i più frequentemente attuati anche perché non implicano grandi lavori; sono i più puliti e non è necessario sgomberare casa, demolire e trasferirsi altrove per un periodo.

Detto ciò, se si vuole davvero fare una cosa ben fatta e raggiungere buone performance non ci si può esimere dall’intervenire in maniera drastica e decisa anche sull’involucro: pareti, copertura, solai controterra e verso spazi non isolati vanno debitamente coibentati. Per farlo nel miglior modo possibile, ove consentito, si interviene con un cappotto esterno, diversamente si procede altrimenti, con un cappotto interno o tramite insufflaggio.

Infine, se si vogliono fare le cose in grande, rifare tutti gli impianti dotandosi di sistemi all’avanguardia, come il riscaldamento e raffrescamento a pavimento e magari inserire anche la ventilazione meccanica e dei pannelli solari termici per coprire il fabbisogno di acqua calda sanitaria, serve a chiudere in qualche modo il cerchio.

Un’altra cosa importante di cui tener conto sono i tempi di ritorno dell’investimento che si pensa di fare. Attenzione perché oggi il fatto di poter sfruttare gli incentivi statali in materia di efficienza energetica porta a ridurre molto questi tempi rispetto al passato. Ecco allora che se un intervento, per quanto costoso, ha un tempo di ritorno di pochi anni vi converrà procedere perché, una volta che la spesa è stata ammortizzata, il risparmio sarà davvero tangibile.

Concludendo sulla classe efficienza energetica f

Come avrete capito se la vostra casa è in classe F c’è poco da stare allegri. In compenso avete un’ampia scelta su come preferite intervenire. Il nostro consiglio è di farlo al più presto, in modo da sfruttare gli incentivi ed iniziare da subito a risparmiare e soprattutto da poter godere di un miglior comfort abitativo all’interno dei vostri locali. Di certo non ve ne pentirete!

Sara Raggi