Il polimetacrilato, più comunemente definito metacrilato è un materiale oggi molto diffuso che viene identificato con svariati nomi commerciali, fra i quali quello più noto è sicuramente “plexiglass”.

Oltre a plexiglass, anche perspex, trespex, oroglas e altuglas vengono comunemente utilizzati per identificare il polimetacrilato (PMMA), ma sono solo alcuni dei nomi commerciali più diffusi di questo materiale.

Il metacrilato non è altro che una particolare plastica più trasparente del vetro, che viene prodotta a base di polimeri del metacrilato di metile.

Ecco, qui di seguito, quali sono le caratteristiche di questo versatile prodotto plastico e i numerosi impieghi.

– Caratteristiche e impieghi del polimetacrilato

Uno dei grandi punti di forza del polimetacrilato è di sicuro la grande versatilità. Del resto questo è un tipo di plastica ormai diffuso in tantissimi settori, ad esempio per realizzare complementi d’arredo o vetri di sicurezza. Viste le caratteristiche meccaniche, il polimetacrilato è impiegato anche per produrre presidi antinfortunistici e più in generale nell’architettura.

Contraddistinto dall’elevata resistenza agli agenti atmosferici, questo materiale è infrangibile quando viene trattato in maniera opportuna. A questo riguardo esistono diverse formulazioni di PMMA, alcune delle quali in grado di far passare la luce infrarossa anche fino a 2800 nm. In questi casi il polimetacrilato viene usato nella fabbricazione dei telecomandi, oltre che nei sensori che rilevano fonti di calore.

Da segnalare anche l’ampia varietà di colori e spessori (solitamente compresi da 1 a 30 mm), oltre che delle finiture e decorazioni. All’interno del metacrilato colato è infatti possibile aggiungere qualsiasi genere di materiale allo scopo di rendere il prodotto finale personalizzato in base alle specifiche richieste, quindi unico e pregiato. Il materiale inoltre si adatta bene ad ogni tipo di design, specialmente quelli moderni e contemporanei.

Le applicazioni sono più numerose di quelle che si potrebbero immaginare. Fanali delle automobili, lastre di acquari, barriere di protezione installate negli stadi, piatti doccia e vasche da bagno sono spesso realizzate con il PMMA.

Rivestimenti di facciate, porte, separatori, lucernari, parapetti, insegne, espositori, teche, mensole, targhe, accessori per l’illuminazione, portachiavi, scatole e vetrinette sono altri prodotti che derivano dalla lavorazione dei polimeri del metacrilico.

Le lastre di metacrilato o plexiglass, più nello specifico, possono essere prodotte per estrusione o per colatura, così da assumere specifiche caratteristiche tecniche. In generale il PMMA colato vanta maggiore resistenza e trasparenza, ma è sensibile alle variazioni di spessore. Ecco perché quando bisogna realizzare soluzioni ad incastro e lastre con profili ben definiti si utilizza la versione del PMMA estruso.

– Che differenza c’è tra plexiglass, perspex, trespex, oroglas e altuglas

Come già precisato, i nomi commerciali con i quali il polimetilmetacrilato viene chiamato nel linguaggio comune sono diversi. Questo polimero termoplastico venne sviluppato per la prima volta nel 1928 ma solo nel 1933 fu introdotto sul mercato grazie all’industria tedesca plexiglass.

Dopo tre anni la Lucite International, una delle maggiori aziende produttrici di PMMA a livello mondiale, realizzò la prima lastra acrilica “ICI Acrylics”, meglio conosciuta come perspex. Il nome deriva dal latino, cioè perspicio, il cui significato è “vedo attraverso”.

Appartenente alle resine acriliche, il polimetilmetacrilato, chiamato anche trespex, oroglas e altuglas, rappresenta oggi una valida alternativa al vetro.

In tutti i casi il materiale può essere facilmente sagomato e lavorato per assumere le forme più disparate.

metacrilato plexiglass

– Perché il metacrilato viene chiamato comunemente plexiglass?

Per quanto riguarda la parola plexiglass, spesso scritta con due ss finali, ovvero plexiglass, questa rappresenta l’omonima azienda tedesca nota per aver esportato le lastre anche in Italia nel 1933. Il nome, con il passare del tempo il termine è stato identificato quale sinonimo del metacrilato.

Il materiale viene molto apprezzato in quanto in base alla mescola può essere infrangibile. Viste le caratteristiche è impiegato spesso nella fabbricazione dei vetri. Quando in colata si presta anche per essere riciclato. Infatti tramite il processo di distillazione si ottengono degli scarti che possono essere nuovamente polimerizzati.

Negli ultimi anni si è molto diffusa anche la stampa sulle lastre di plexiglas, grazie alla vengono realizzate insegne luminose, cartelloni pubblicitari e targhe anche di grosse dimensioni e dal grande impatto estetico, dunque in grado di catturare l’attenzione di passanti e consumatori.

Adatte per l’installazione esterna o in ambienti interni, queste targhe fungono anche da segnaletica ad esempio per contrassegnare un percorso o identificare un ufficio. Facile da sagomare, il plexiglass può essere anche retroilluminato ed è disponibile in diversi spessori e colorazioni.

– Quando scegliere uno piuttosto che l’altro

Plexiglas, perspex, metacrilato, polimetilmetacrilato e PMMA nel linguaggio comune vengono impiegati come sinonimi, in quanto si riferiscono sostanzialmente al medesimo materiale plastico contraddistinto dalla resistenza e dalla purezza, oltre che dal colore brillante.

Nei fatti, tuttavia, esistono delle piccole differenze percepite e ben note solo agli esperti del settore, ovvero agli artigiani che si occupano della lavorazione.

Le lastre, infatti, reagiscono in modo diverso quando vengono fresate e tagliate, perché hanno un grado di durezza differente. Quest’ultimo aspetto non incide comunque sulla qualità del prodotto finito.

In generale il polimetilmetacrilato si presta per essere modellato una volta raggiunta la temperatura di 100°C. I singoli pezzi possono anche essere saldati a freddo impiegando soluzioni adesive a base di cianoacrilati.

In alternativa la saldatura avviene spesso sciogliendo lo strato superficiale con speciali solventi che contengono coloro metano o cloroformio. Alla fine la giuntura realizzata sarà quasi impercettibile ad occhio nudo.

Anche le sporgenze vive del PMMA si possono rimuovere in modo facile. Al termine della lavorazione gli spigoli vengono infatti lucidati e resi trasparenti.

Luca Padoin