– La caldaia a gas: caratteristiche principali e tipologie
Quando in casa la caldaia non si accende, si creano due principali problemi in quanto si resta senza acqua calda e senza riscaldamento. La caldaia, infatti, gioca spesso un doppio ruolo, venendo installata sia per la produzione di acqua sanitaria che per il riscaldamento.
In entrambi i casi è importante che essa venga regolarmente manutenuta per avere la certezza di un corretto funzionamento e durata nel tempo.
Nonostante la semplicità con cui la caldaia viene messa in funzione, ossia aprendo il rubinetto dell’acqua calda o accendendo il riscaldamento, questo elettrodomestico è tuttavia complesso nella sua progettazione.
Basti pensare che ad esso fanno riferimento due diversi impianti casalinghi, ossia quello idraulico e quello del gas.
Per comprendere quali siano le cause che portano a un cattivo funzionamento della caldaia, ossia alla mancata accensione della fiamma, è necessario comprendere come è fatta a grandi linee e quali sono gli elementi principali che la compongono.
L’elemento principale è sicuramente la scheda elettrica: questa permette l’avvio e la gestione della caldaia. A seconda delle tipologie di caldaia, la scheda permette di controllare tutte le diverse operazioni, dall’accensione allo spegnimento, fino al riconoscimento dei diversi parametri che vengono mostrati sul display.
La camera di combustione
La zone più importante della caldaia è rappresentata dalla camera di combustione, ossia l’ambiente in cui avviene l’accensione della fiamma per la produzione di acqua calda. Il gas viene convogliato da un elemento detto bruciatore e l’accensione della fiamma è attivata da una scintilla che viene a sua volta generata da una candeletta di accensione.
Come si può immaginare la camera di combustione deve essere caratterizzata da pareti costruite con materiale refrattario, ossia termicamente isolante: solitamente si utilizza una fibra di ceramica. Questo materiale, infatti, può essere in grado di assicurare resistenze al calore anche oltre gli 800°C.
Contrariamente a quanto si possa pensare all’interno della camera, la combustione non avviene solo a causa del gas metano. La fiamma, infatti, viene alimentata da una miscela di gas e ossigeno derivante dall’aria dell’ambiente esterno.
Questa miscela permette di generare una fiamma dal calore specifico tale da assicurare una giusta trasmissione per trasmissione e conduzione.
Lo scambiatore e la valvola del gas
Altri due protagonisti per un corretto funzionamento della caldaia sono lo scambiatore e la valvola del gas. Lo scambiatore non è mai unico: se ne distingue infatti uno primario e uno secondario.
Lo scambiatore primario è quello che interviene quando si attiva la caldaia per il riscaldamento mentre quello secondario è relativo alla produzione di acqua calda sanitaria. La presenza dei due scambiatori è dovuta al fatto che l’acqua che viene utilizzata per i riscaldamenti e quella per uso sanitario sono differenti.
La prima, infatti, è a circuito chiuso: per i riscaldamenti, quindi, viene utilizzata sempre la stessa acqua. L’acqua sanitaria, invece, è sempre diversa e in continuo ricambio.
Il trasferimento del gas dai tubi alla caldaia viene regolato da una valvola che non solo permette l’accesso ma controlla anche la massima e minima potenza possibili. La valvola del gas è collegata alla centralina elettrica dalla quale arriva l’impulso per l’apertura o per la chiusura.
Il tutto avviene grazia alla presenza di un misuratore di flusso, ossia un flussostato, che riconosce la variazione di flusso in entrata o in uscita e quindi la necessità o meno di aprire la valvola del gas.
La fiamma pilota
Un altro elemento di particolare importanza è la fiamma pilota della caldaia. Si tratta di una fiamma posizionata all’interno del bruciatore e il cui stato permette di valutare se la caldaia sia accesa o meno.
Chi ancora dispone di una vecchia caldaia può vedere la fiamma pilota sulla parte frontale della caldaia: le prime caldaie, infatti, non disponevano di aree di protezione e la fiamma era a vista.
Le caldaie moderne non presentano più la fiamma pilota: l’accensione e lo spegnimento sono infatti legati a un sistema elettrico che rappresenta una soluzione molto più pratica e, soprattutto conveniente.
La fiamma pilota delle vecchie caldaie, infatti, restava sempre accesa anche quando non veniva utilizzata l’acqua calda: pertanto consumava una certa quantità di gas che, per quanto minima, andava comunque a influire sulla bolletta.
– La caldaia non parte: quali sono le possibili cause?
Se la caldaia non si accende, le cause possono essere diverse: quando si vede che la fiamma della caldaia non si attiva, è fondamentale non tentare di attivare da soli la fiamma stessa o di tentare una riparazione.
Per controllare quale sia il problema relativo alla caldaia è infatti necessario contattare un tecnico specializzato che, una volta eseguiti gli interventi, possa procedere alla riaccensione della caldaia, al controllo dei fumi e alla compilazione del libretto specifico in cui vengono riportati tutti i tipi di intervento che vengono effettuati.
Bisogna ricordare che tentare di improvvisare qualsiasi tipo di riparazione su una caldaia a gas è altamente pericoloso visto che si rischia non solo di danneggiare la caldaia stessa, ma anche di generare fughe di gas la cui pericolosità è ben nota.
Se il tecnico è fondamentale per rimettere in moto la caldaia, conoscere quali possono essere le cause del guasto è tuttavia molto importante.
Infatti, una buona conoscenza del funzionamento di questi dispositivi permetterà sia di utilizzarli in maniera più corretta che di comprendere, in base al tipo di problema rilevato, quale sia la gravità del problema e quindi i costi per una riparazione.
Se ci si rende conto che la caldaia ha la fiamma pilota spenta, per prima cosa bisogna assicurarsi che non sia stata spenta da una folata di vento eccessiva.
In tal caso, infatti, non si tratta di un guasto, ma solo di un problema di posizionamento della caldaia: basterà riavviare la caldaia per riaccendere la fiammella. In altri casi, invece, il problema può essere più grave e sarà necessario rivolgersi a un tecnico.
Problemi al bruciatore
Uno dei problemi più comuni che portano la caldaia a non accendersi è relativo al corretto funzionamento del bruciatore. Il bruciatore rappresenta la parte più importante della caldaia, visto che è proprio in questa parte che avviene la combustione che genera il calore che viene poi utilizzato per riscaldare l’acqua.
Quando all’aprire dell’acqua calda non si accende la fiamma della caldaia, una delle possibili cause può essere proprio l’usura o un guasto al bruciatore. Per evitare che questo accada è necessario che, durante la revisione annuale, venga controllato con attenzione lo stato del bruciatore.
Infatti, in caso di anomalia, il bruciatore blocca l’accensione della fiamma: si tratta di un vero e proprio blocco di sicurezza, che permette alla caldaia di mantenere isolato un elemento il cui stato di funzionamento è anomalo.
Come già evidenziato, non sempre il bruciatore è collegato alla presenza della fiamma pilota. Nelle caldaie più moderne, infatti, l’attivazione del bruciatore dipende dalla scintilla che viene generata da una specifica candela.
Se quindi è vero che in determinate tipologie di caldaia la mancanza della fiamma pilota non permette l’attivazione del bruciatore, è anche vero che in altri casi la fiamma pilota è ben funzionante ma il bruciatore comunque non parte. In tal caso il problema potrebbe essere legato a una pressione non sufficiente.
La valvola del gas e la candela di accensione
Altri due elementi che possono causare il blocco della fiamma ossia dell’accensione della caldaia sono la valvola del gas e la candela di accensione.
La valvola del gas, come già anticipato in precedenza, è l’elemento tramite il quale avviene l’alimentazione del gas al bruciatore. Il gas, passando continuamente attraverso questa valvola, può rilasciare dello sporco che si deposita e, nel tempo, crea un’otturazione della valvola.
Si tratta di un problema grave la cui soluzione deve essere affidata a un tecnico inviato dalla casa di produzione della caldaia stessa che potrà così procedere a una pulizia o a una sostituzione della valvola in questione.
La candela di accensione, invece, è quella parte della caldaia che incendia il gas tramite un impulso elettrico. Viene solitamente denominata anche piezoelettrico e un suo guasto può portare a problemi nell’accendere la caldaia.
Il piezoelettrico si rovina solitamente per via dell’usura o anche, come per la valvola del gas, a causa di sporcizia che si deposita con l’uso.
La presenza del calcare
Un altro importante problema che porta al blocco della caldaia è la presenza di calare all’interno dello scambiatore nonché dei diversi raccordi e filtri.
L’acqua che corre all’interno dei diversi elementi della caldaia, infatti, tende a depositare il calcare in maniera più o meno intensa a seconda della durezza stessa dell’acqua. Pertanto, a seconda dell’area geografica in cui viene installata la caldaia, questo problema può essere maggiormente sentito o meno grave.
Quando il deposito di calcare è ancora basso, basterà contattare un tecnico che procederà con un lavaggio chimico: si tratta di immettere in circolo una serie di elementi leggermente acidi che portano allo scioglimento del calcare e alla completa pulizia di scambiatore, filtri e raccordi.
Se si vive in una zona in cui l’acqua è molto dura può essere invece conveniente optare per un addolcitore dell’acqua, da installare alla base dell’impianto idraulico generale oppure della sola caldaia.
I guasti alla caldaia causati dalla presenza di calcare in eccesso possono essere facilmente prevedibili. Questo tipo di problema, infatti, non influenza la fiamma pilota della caldaia, ma soprattutto la pressione.
La presenza di calcare all’interno della struttura, infatti, porta dapprima a un rallentamento del passaggio dell’acqua con conseguente abbassamento della pressione. Successivamente, si può verificare che per accendere la caldaia sia necessario aprire e chiudere più volte l’acqua calda.
Quando ci si trova in questa situazione, quindi, e prima che il calcare ostruisca completamente la caldaia con conseguente impossibilità di accensione, può essere conveniente chiamare un tecnico per la procedura del lavaggio chimico anti-calcare.
Tipologia di caldaia e problematiche associate
Quando si parla di assenza di fiamma all’interno della caldaia, raramente si fa una distinzione tra quale sia la tecnologia ossia il tipo di caldaia di cui si sta parlando. Sul mercato, infatti, esistono tre differenti tipi di caldaie, ossia quelle a camera aperta, a camera stagna o a condensazione.
Mentre le prime due tipologie si differenziano soprattutto per la modalità con cui avviene la combustione, i modelli a condensazione presentano invece una differente tecnologia di riscaldamento che fa uso dei fumi di scarico caldi per un’ulteriore produzione di calore da trasmettere all’acqua o all’impianto di riscaldamento.
Nonostante le tecnologie differenti, i principali componenti che caratterizzano le tre tipologie di caldaie sono molto simili, per cui anche in caso di guasto gli elementi che vanno controllati sono quasi sempre gli stessi.
L’unica differenza si può riscontrare nel caso di caldaie a condensazione che, prevedendo anche il ricircolo dei fumi per un’ulteriore fase di riscaldamento dell’acqua, possono prevedere ulteriori possibilità di guasto.
Queste caldaie, tuttavia, soprattutto quelle di ultima generazione, presentano dei sensori molto sensibili, in grado di riconoscere il minimo segno di malfunzionamento nei diversi ambienti e sistemi della caldaia stessa.
Inoltre, come si vedrà più avanti, questo tipo di caldaia è caratterizzato dalla presenza di un display sul quale vengono riportate una serie di informazioni relative al problema che viene riscontrato dalla scheda elettrica.
– Caldaia con display digitale: il controllo di ogni problema
Le moderne caldaie, sia quelle a camera aperta e chiusa che quelle a condensazione, sono dotate di un display digitale e pulsantiera tramite la quale poter impostare una serie di parametri, come la temperatura dell’acqua sanitaria, quella dei termosifoni, selezionare le modalità di stand-by quando si parte o ancora selezionare temperature Eco, ossia che assicurano un basso livello di emissioni di anidride carbonica.
Oltre a permettere di visionare le impostazioni scelte, i display fungono anche da informatori sulla salute della caldaia, evidenziando il suo perfetto funzionamento o, viceversa, la presenza di problemi e anomalie.
Se quindi la caldaia non si accende, si potrà andare a controllare il display per vedere se vi siano riportati i codici di errore, che permetteranno di comprendere il motivo del mancato funzionamento.
A seconda del brand e del modello della caldaia, i codici di errore sono differenti per cui sarà necessario controllare sul manuale d’uso quale sia il problema specifico. Va comunque sottolineato che la conoscenza del problema non significa essere autorizzati a cercare di riparare da soli la caldaia.
Per qualsiasi operazione, infatti, è necessario rivolgersi a un tecnico. Naturalmente, sarà molto più facile se, al momento della chiamata, si potrà specificare al tecnico stesso quale sia il problema, leggendo quanto riportato sul display.
La mancata generazione della fiamma, e la conseguente presenza di un problema, vengono solitamente riportati sul display con il simbolo di una fiammella sbarrata. Tuttavia, nella maggior parte dei casi questo è l’unico simbolo grafico che permette di comprendere che si è verificato un guasto.
Accanto alla fiammella sbarrata vengono indicati i codici dell’errore e spesso la scritta ERR. Il riconoscimento del problema, quindi, avviene esclusivamente tramite la valutazione del codice e non perché sul display appaiono simbologie grafiche che evidenziano che il guasto riguarda il bruciatore, la valvola del gas o altro.
– Caldaie con blocco di sicurezza
Alcuni modelli di caldaie, soprattutto quelle di ultima generazione, dispongono anche di un blocco di sicurezza. Si tratta di un’impostazione che permette di rilevare la presenza di problemi e di disattivare la caldaia stessa per evitare che un piccolo problema degeneri.
Il blocco di sicurezza è fondamentale per preservare il funzionamento di quei componenti che potrebbero venire compromessi da un utilizzo forzato della caldaia con anomalie di funzionamento.
Il blocco viene attivato anche per garantire la massima sicurezza a quanti vivono nell’appartamento in cui è installata la caldaia. Esso, infatti, si attiva non solo per un problema di accensione della fiamma, ma anche in caso di rilevamento di concentrazioni anomale di gas.
Il blocco di sicurezza, infatti, si può attivare in diversi contesti e situazioni che vengono interpretate dalla caldaia come situazioni anomale: ad esempio se le prese d’aria per lo scarico dei fumi sono ostruite parzialmente o totalmente, automaticamente la caldaia attiva il blocco.
Tra le caldaie con blocco di sicurezza ci sono soprattutto i modelli a condensazione che necessitano di una perfetta gestione dello scarico dei fumi per la realizzazione della condensa.
Quando la scheda elettrica rileva un’esplusione non coerente ossia non regolare dei fumi, automaticamente blocca l’avvio della caldaia. A quanti la utilizzano sembrerà che la caldaia non funziona, ma in realtà essa è stata bloccata dalla centralina elettrica per prevenire problemi maggiori a quelli rilevati dalla centralina stessa.
Il blocco di sicurezza della caldaia può attivarsi in diverse situazioni che dipendono anche dal modello e dal marchio. Starà al tecnico comprendere le motivazioni che hanno portato al blocco e sostituire la parte danneggiata.
Tra i diversi elementi che portano all’attivazione del blocco automatico alcuni sono di tipo elettrico (ad esempio un’erronea comunicazione tra le sonde e la scheda elettrica) ma la maggior parte è di tipo meccanico.
Si può ad esempio avere un blocco nella pompa di circolazione dell’acqua, oppure un problema nella giusta gestione degli scarichi dei gas. La caldaia va inoltre in blocco automatico in caso di corto-circuito o per scompensi delle temperature e delle pressioni.
Funzionamento della caldaia e pressione
Già è stato evidenziato come il problema della pressione sia uno dei più comuni quando si parla di mancata accensione della caldaia. L’abbassamento della pressione può essere causato da diversi motivi: anche le condizioni ambientali esterne, ad esempio, apportano variazioni alla pressione della caldaia in quanto influiscono sull’acqua in circolo.
Ogni caldaia presenta un intervallo di pressione che dovrebbe essere sempre rispettato e che si aggira intorno a 1.5 bar. Piccole oscillazioni rispetto al valore suggerito non rappresentano un problema, ma in caso di variazioni troppo elevate la caldaia può avere dei problemi di funzionamento.
In caso di bassa pressione il primo elemento distintivo è quello di una minore prestazione della caldaia. In altri casi si può verificare il mancato funzionamento: una pressione troppo bassa, infatti, non è in grado di attivare la fiamma per il riscaldamento dell’acqua. Pressioni troppo elevate, invece, possono portare la caldaia in blocco.
Se il cattivo funzionamento della caldaia è dato da una pressione diversa da quella prevista dalla scheda tecnica si può intervenire senza che sia necessario chiamare un tecnico.
Basterà controllare sul manuale d’uso quale sia il rubinetto per la regolazione della stessa e procedere seguendo alla lettera quanto indicato per incrementare o abbassare i valori di pressione. Va sottolineato che una volta riportata la pressione al valore normale, questa dovrebbe restare invariata.
Spesso, ad esempio, l’abbassamento di pressione è causato da sporcizia e deposito di calcare all’interno dei diversi tubi e filtri della caldaia: una volta pulito il tutto, quindi, si può re-impostare la pressione e avere la certezza che essa rimarrà costante per un lungo periodo.
In caso contrario, ossia se dopo poco tempo ci si accorge che vi è un nuovo disequilibrio della pressione, allora può essere necessario rivolgersi a un tecnico per una valutazione più approfondita del problema.
Si potrebbe infatti essere verificato un problema maggiore, come una perdita, che non permette alla caldaia di mantenere la pressione necessaria per il corretto funzionamento.
– Per concludere
Le cause che possono portare a un cattivo funzionamento della caldaia e quindi alla mancata accensione della fiamma possono essere diverse. Tuttavia, quando ci si rende conto che la caldaia non si attiva è fondamentale rivolgersi subito a un tecnico specializzato e non cercare di trovare soluzioni di vario tipo su tutorial online.
Se si dispone di un tipo di caldaia vecchio purtroppo l’unica cosa che si può fare è quella di chiamare il proprio tecnico di fiducia oppure rivolgersi alla casa di produzione, in modo che mandi un professionista specializzato nella riparazione proprio di caldaie di quel marchio.
Quando invece si dispone di una caldaia moderna, sarà possibile effettuare una prima valutazione tramite il display della caldaia stessa. Questo, infatti, riporterà un codice di errore, diverso per ogni tipo di problema che viene riscontrato.
Il codice di errore viene comunicato dalla scheda elettrica e apparirà sul display come codice numerico. Il proprietario della caldaia dovrà quindi andare a controllare la corrispondenza sul manuale d’uso, in modo da poter comprendere facilmente quale tipo di elemento ha portato all’arresto della caldaia.
Per legge, oggi le caldaie sono soggette a regolare revisione. Avere la possibilità di rivolgersi a un tecnico specializzato e fidato che assicuri sempre una perfetta valutazione della caldaia durante ogni revisione, permette nella maggior parte dei casi di evitare problemi causati da una cattiva manutenzione.
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