La dichiarazione dello stato di famiglia è un procedimento legale molto importante che serve a comunicare allo Stato il numero esatto dei propri componenti famigliari, intesi come le persone con cui condividiamo la stessa abitazione e alle quali siamo legati per vincoli di parentela o di affettività. Si tratta di una procedura che possiamo portare a termine anche in totale autonomia, mediante cioè un’autocertificazione.
Scopo di questa guida, infatti, è quello di spiegare come effettuare questo tipo di procedura che, ovviamente, comporta la compilazione di un apposito modulo.
Trattandosi di una questione strettamente burocratica, è estremamente importate affrontarla nella maniera corretta, evitando cioè di commettere errori che potrebbero potenzialmente farci finire nei guai. Se v’interessa capire come bisogna fare, dunque, v’invitiamo a proseguire con la lettura.
– Certificazione dello stato di famiglia: che cos’è e perché si fa
Come abbiamo anticipato nella precedente introduzione, il certificato dello stato di famiglia può essere presentato anche mediante la compilazione autonoma di un apposito modulo, tramite il quale si dichiara allo stato il numero esatto dei componenti facenti parte del nostro nucleo famigliare, con i quali condividiamo la medesima abitazione.
In questo paragrafo, pertanto, ci occuperemo più nel dettaglio di definire il significato della certificazione dello stato di famiglia, illustrandone le modalità e gli scopi: una volta capito il concetto di base, infatti, comprendere i vantaggi dell’autocertificazione del nucleo famigliare ci risulterà molto più facile e immediato.
A cosa serve dichiarare il proprio stato di famiglia
Il certificato dello stato di famiglia è, come dovrebbe essere ormai chiaro, il documento indicante la composizione e la residenza della famiglia anagrafica: con questa espressione, infatti, s’intende l’insieme delle persone che coabitano all’interno di una stessa abitazione, sia che fra di loro sussistano legami di parentela oppure no.
Questo documento, pertanto, riporta le informazioni principali di ciascuno di questi individui, vale a dire: nome, cognome, data e comune di nascita, indirizzo e comune di residenza.
Tutto questo, come abbiamo detto, a prescindere dal fatto che i suddetti membri siano legati o meno da vincoli di parentela: due amiche che condividono le stesso appartamento, per esempio, possono presentarsi allo stato come membri della stessa famiglia e, per poterlo fare, devono presentare la certificazione del loro stato famigliare.
Le ragioni per cui viene richiesto di presentare uno stato di famiglia possono essere di diversa natura e avremo modo di approfondirle in maniera più specifica nel prossimo paragrafo.
Qui ci limiteremo a elencarle a titolo puramente esemplificativo, giusto per iniziare a dare un’idea di ciò che spiegheremo più avanti. Lo stato di famiglia, infatti, viene richiesto nei seguenti casi:
- per ottenere assegni familiari;
- per la compilazione del modulo ISEE;
- per poter accendere un mutuo;
- per aver accesso a una serie di benefici economici e fiscali.
Queste in elenco, dunque, rappresentano le ragioni principali che possono spingere una famiglia a presentare la certificazione relativa al proprio nucleo di appartenenza. I certificati di questo tipo, ad ogni modo, non sono tutti uguali, dividendosi in due distinte tipologie: la certificazione dello stato di famiglia ordinario e la certificazione dello stato di famiglia storico.
Certificazione dello stato di famiglia: la differenza tra quello ordinario e quello storico
Nella conclusione della sezione precedente abbiamo indicato l’esistenza di certificazioni di due differenti stati di famiglia: quello ordinario e quello storico. In che cosa differiscono fra di loro?
Lo stato di famiglia ordinario rappresenta solitamente quello più richiesto e si limita al semplice elenco dei singoli membri appartenenti a un determinato nucleo familiare, per ciascuno dei quali vengono forniti i dati che abbiamo già elencato, vale a dire il nome, il cognome, la residenza, ecc.
Il certificato di famiglia storico, invece, ha lo scopo di riportare qualche informazione in più rispetto a quello classico, segnalando anche le eventuali variazioni che sono intervenute a modificare la composizione del nucleo a partire da una certa data in poi. In esso, pertanto, si possono trovare:
- le nascite;
- le morti;
- gli eventuali cambi di residenza.
Questo tipo di certificato, dunque, viene richiesto solo in caso molto specifici e particolari: uno su tutti quello in cui vi sia la necessità di dimostrare chi siano gli eredi di un defunto, risalendo quindi allo storico della famiglia.
Entrambi questi due certificati, sia quello ordinario che quello storico, sono soggetti a essere presentati mediante una dichiarazione sostitutiva dello stato di famiglia, che altro non è se non l’autocertificazione oggetto della nostra guida.
Prima di entrare in dettaglio nell’argomento, tuttavia, può essere utile spiegare come richiedere la normale certificazione dello stato di famiglia.
Come richiedere la certificazione dello stato di famiglia
La certificazione dello stato di famiglia viene normalmente compilata dai funzionari del nostro comune di residenza e, in questo caso, a noi spetta il semplice compito di richiederla. Ciò può essere fatto secondo tre differenti modalità:
- recandoci di persona allo sportello del comune, dove l’impiegato provvederà a rilasciarci immediatamente il nostro certificato al costo di soli 50 centesimi per i diritti di segreteria. Se però lo pretendiamo in carta da bollo e non in carta semplice, allora il prezzo sale a 16,70 euro, dei quali 16 euro servono per il pagamento del bollo;
- tramite una mail o via posta ordinaria: in questo caso dovremo premunirci d’inviare al nostro comune un documento d’identità e il codice fiscale e il certificato ci arriverà direttamente con la risposta. In caso di posta ordinaria, ci verrà richiesto 1 euro di costo (50 centesimi per i diritti di segreteria e 50 centesimi per la spedizione);
- i comuni più tecnologicamente avanzati offrono anche la possibilità di scaricare il certificato direttamente dal loro sito internet, previo inserimento dei propri dati anagrafici e del codice fiscale. In questo caso è ovviamente a titolo gratuito ma, se vogliamo bollarlo, dovremo metterci i già citati 16 euro per il bollo.
Queste, dunque, rappresentano le vie ufficiali attraverso le quali è possibile ottenere un certificato dello stato familiare già bell’e compilato, dalla validità di sei mesi. Vediamo ora di capire invece che cosa succede nel caso in cui dovessimo invece optare per il sistema dell’autocertificazione.
– Modulo di autocertificazione dello stato di famiglia: come si fa e chi può farlo
Nel paragrafo precedente abbiamo parlato della certificazione dello stato familiare, spiegando che cos’è e le situazioni in cui esso viene richiesto. Come dovrebbe essere ormai chiaro, tuttavia, è anche possibile optare per uno stato di famiglia autocertificato: in questo caso, infatti, la procedura prevede che esso sia compilato dalla stessa persona che lo richiede che, pertanto, agisce in totale autonomia e senza passare attraverso la burocrazia del comune.
Ciò, se da un lato porta l’inevitabile vantaggio di risparmiare tempo e soldi, dall’altro mette anche nella condizione di doversi assumere tutte le responsabilità legali che un’autocertificazione inevitabilmente comporta, con il rischio d’incorrere anche in pesanti sanzioni, nel caso in cui nel documento venga dichiarato il falso.
Se, tuttavia, ritenete che questo sia il modo migliore di presentarlo, allora questo è il paragrafo che per voi: ciò che andremo a fare, infatti, sarà di spiegare nel dettaglio tutto ciò che riguarda la procedura dell’autocertificazione che, per poter risultare valida, dev’essere fatta secondo regole precise.
Chi può produrre l’autocertificazione e come deve fare
L’autocertificazione dello stato di famiglia può essere emessa da qualsiasi cittadino italiano o facente parte dell’Unione Europea, oltre che dagli extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno. Compilarlo è facilissimo, in quanto è sufficiente scaricare l’apposito modulo tramite internet e inserire tutti i dati che vengono richiesti, vale a dire:
- i dati anagrafici della persone che compila il modulo;
- la sua residenza;
- la composizione del suo nucleo famigliare con data anagrafici, livello di parentela e codice fiscale di ciascuno dei membri nominati.
Una volta compilato attentamente il modulo, prestando la massima attenzione onde evitare di scrivere dati errati (situazione che, ricordiamo, comporta gravi conseguenze a livello legale), dobbiamo solo preoccuparci di sottoporlo a chi di dovere.
A chi si può presentare l’autocertificazione
L’autocertificazione dello stato di famiglia può essere presentata presso qualsiasi ufficio pubblico, come per esempio i comuni, i centri per l’impiego e le scuole: essi, infatti, sono obbligati ad accettarla, così come i gestori di servizi pubblici come le poste e le aziende del gas.
Grazie al D.P.R. n. 445/2000, infatti, la legge prevede la possibilità di sostituire la certificazione dello stato di famiglia con un’autodichiarazione sostitutiva, il cui valore legale è il medesimo.
Questo, tuttavia, solo per quanto concerne i già citati enti pubblici. Quelli privati, infatti, hanno la facoltà di rifiutare la nostra autocertificazione in favore del normale certificato rilasciato dal comune.
Spiegandolo con un esempio: se iscriviamo nostro figlio a un’università statale, potremo tranquillamente inviare all’ente una dichiarazione sostitutiva del nostro stato di famiglia; se, al contrario, optiamo per un’università privata, dovremo preparaci al fatto che la nostra autodichiarazione potrebbe anche non venire accettata.
Quest’esempio, con il quale abbiamo spiegato meglio la questione dell’accettazione della dichiarazione sostitutiva, rappresenta una delle svariate situazioni in cui ci può venire richiesto di certificare il nostro stato di famiglia.
Nel prossimo paragrafo avremo invece modo di presentare e illustrare le più comuni occasioni ed eventualità in cui l’autocertificazione dello stato familiare diventa obbligatoria.
– Quando occorre presentare l’autocertificazione dello stato di famiglia
Come abbiamo spiegato nel paragrafo precedente, l’autocertificazione dello stato di famiglia viene solitamente richiesta per motivazioni ben precise, alla base delle quali vi è la necessità di certificare la situazione famigliare della persona in questione: da quanti e quali membri è composta la sua famiglia e a quale indirizzo corrisponde la sua residenza (ricordiamo infatti che dev’essere la medesima per ciascuna persona).
In questo paragrafo andremo dunque a esaminare nello specifico tre delle principali situazioni per le quali è obbligatorio presentare il documento di autocertificazione.
Autocertificazione per lo stato di famiglia dei conviventi
I conviventi, come la parola stessa lascia chiaramente intuire, sono delle persone che vivono insieme, condividendo cioè la stessa abitazione: si tratta solitamente di una coppia che, decidendo di non sposarsi, non è in possesso di alcun documento che attesti la coabitazione e per la quale l’autocertificazione dello stato di famiglia diviene l’unica possibilità di far valere i propri diritti, ufficializzando così la convivenza.
I due membri della coppia possono dunque rilasciare una dichiarazione sostitutiva dello stato di famiglia nella quale si registrano ufficialmente come membri dello stesso nucleo che, in quanto tali, condividono la stessa abitazione e devono pertanto essere considerati una famiglia a tutti gli effetti (a prescindere, ovviamente, dalla presenza o meno di eventuali figli).
Autocertificazione dello stato di famiglia per l’uso degli assegni familiari
Gli assegni familiari rappresentano una prestazione economica di tipo assistenziale che il datore di lavoro può elargire ai propri dipendenti direttamente in busta paga e la cui entità varia, per l’appunto, a seconda della tipologia e della composizione del nucleo familiare.
Per poter ricevere gli assegni familiari, il richiedente deve presentare la domanda tutti gli anni in cui ne ha diritto, con la consapevolezza che essa decorre dal mese di luglio dell’anno in questione fino alla fine di giugno di quello successivo. I redditi da tenere in considerazione sono ovviamente quelli corrispondenti all’anno solare precedente la richiesta degli assegni.
Per avere diritto agli assegni familiari, dunque, il richiedente deve scaricare l’apposito modulo dal sito dell’INPS, al quale dovrà poi presentarlo se egli appartiene a una delle seguenti categorie:
- addetto ai servizi domestici;
- operaio agricolo dipendente e a tempo determinato;
- lavoratore iscritto alla gestione separata;
- destinatario degli assegni familiari in quanto beneficiario di prestazioni previdenziali.
L’alternativa a questa possibilità prevede di consegnare la domanda direttamente al proprio datore di lavoro. Ciò si verifica nel momento in cui il richiedente è o è stato un lavoratore dipendente: la richiesta, infatti, può giungere fino a cinque anni dopo la risoluzione del rapporto di lavoro.
Nel modulo di presentazione, come abbiamo detto, deve ovviamente figurare anche l’autocertificazione dello stato di famiglia, con l’elenco dettagliato di tutti i membri facenti parte del nucleo in questione: si tratta di un documento fondamentale se si vuole avere diritto a ricevere i tanto agognati assegni familiari.
Autocertificazione dello stato di famiglia per l’ISEE
Con l’acronimo ISEE s’intende l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente ed è appunto utilizzato dall’INPS per valutare questo parametro nel caso in cui una famiglia dovesse avanzare la richiesta di poter accedere a determinate prestazioni o servizi agevolati.
L’erogazione di questo servizi dipende infatti dalla situazione economica del nucleo familiare, che a sua volta dipende dal numero dei suoi membri e dal reddito che ciascuno di loro percepisce.
Per poterlo richiedere, pertanto, è necessario presentare la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica), tramite l’apposito modulo scaricabile dal sito dell’INPS. In esso, tra i vari dati da indicare, sono presenti anche quelli relativi al reddito familiare, la cui somma è per l’appunto calcolata dai singoli redditi percepiti da ciascuno dei membri.
Ciò significa, come logica conseguenza, che per poter indicare i suddetti redditi bisogna come prima cosa indicare i membri della famiglia che li percepiscono.
Una volta presentata tutta la documentazione richiesta, si può entrare a tutti gli effetti tra coloro che possono godere di una serie di vantaggi di carattere sociale e fiscale, cui la certificazione per l’ISEE dà diritto. Essi sono:
- servizi socio sanitari a domicilio;
- servizi socio sanitari diurni e residenziali;
- assegni per il nucleo familiare;
- assegni di maternità, incluso il famoso “bonus bebè”;
- asili nido e i vari servizi educativi dedicati all’infanzia;
- mense scolastiche;
- borse di studio per l’università;
- agevolazioni per poter accedere ai servizi pubblici (es. luce e gas);
- prestazioni economiche di tipo assistenziale;
- facilitazioni e aiuti nelle spese scolastiche;
- facilitazioni e aiuti per il sostenimento delle tasse universitarie.
Come si evince facilmente da quest’elenco, se si supera l’ISEE si può aver diritto a una serie notevole di facilitazioni e aiuti di vario genere, a patto di presentare una corretta autocertificazione del proprio stato di famiglia.
Occorre sempre ricordare, infatti, che il suddetto modulo dev’essere compilato con il massimo della precisione e dell’onestà, in quanto dichiarare il falso (magari per poter accedere a un maggior numero di facilitazioni) porterebbe a commettere un gravissimo reato e le conseguenze a livello penale potrebbero rivelarsi davvero pesanti.
Molto meglio, dunque, puntare sulla sincerità, prestare la massima attenzione nel momento in cui si compila il modulo e accettare gli aiuti che lo stato prevede di elargire sulla base della nostra specifica situazione famigliare.
– Conclusione
Siamo ufficialmente giunti al termine di questa nostra guida dedicata all’autocertificazione dello stato di famiglia: un documento di fondamentale importanza grazie al quale possiamo avere diritto a una serie di facilitazioni fiscali e vantaggi sociali non da poco.
Come abbiamo avuto modo di capire, infatti, l’autocertificazione non è altro che una dichiarazione sostituiva del documento che attesta il nostro nucleo familiare e che viene solitamente rilasciato dal comune, a costi contenuti.
L’autocertificazione, di fatto, ci offre la possibilità di sostituirci all’impiegato, redigendo il documento di nostro pugno, con tutte le responsabilità che ne conseguono. Naturalmente la decisione in merito a come ottenere questo certificato spetta a ciascuno di noi: se non ce la sentiamo di rischiare, allora sarebbe meglio affidarci al nostro comune di residenza, in caso contrario ben venga l’autocertificazione.